Perrin/Gregoretti, staffetta in Vietnam per “Cinema e Storia” al Bif&st 2017
Evento Speciale “Cinema e Storia” ieri pomeriggio al Cinema Galleria con la proiezione del documentario “L’empire du milieu du sud” di Jacques Perrin e Eric Deroo, seguita da un incontro con lo stesso Jacques Perrin, appena giunto a Bari dove sarà protagonista oggi di una Masterclass al Teatro Petruzzelli prima di ricevere, in serata, il Federico Fellini Platinum Award. Con l’attore, regista e produttore francese, anche Ugo Gregoretti per parlare del Vietnam, al centro del documentario realizzato nel 2010 da Perrin.
“Sono stato in Indocina per la prima volta 50 anni fa e fui talmente colpito dalla natura e in particolare dalla giungla” – ricorda Perrin – “che anni dopo volli realizzare alcuni film naturalistici da produttore e regista (i film sono stati proiettati al Bif&st 2017 nella rassegna “Cinema & Scienza” N.d.R.). “A un certo punto ho pensato che valesse la pena anche raccontare la storia del Vietnam, un paese molto legato alla storia del mio, la Francia e che poi, con la sua guerra sanguinosa, ha risvegliato le coscienze di tanti giovani di tutto il mondo, un evento fondamentale per la formazione politica. Trovo che il Vietnam abbia dunque toccato il cuore di tante persone e che meritasse un film che non fosse una di quelle pur lodevoli pellicole americane spettacolari con grandi attori. Ci sono voluti 10 anni per raccogliere il materiale sufficiente per il documentario, rintracciati nelle cineteche e negli archivi di molti paesi, dalla Polonia alla Cecoslovacchia, Russia, Cuba, Usa, Canada e dalla BBC. Poi lo storico Eric Deroo mi ha fatto leggere alcuni poemi di origine vietnamita, francese e americana e abbiamo deciso che potessero fungere da filo conduttore del film, letti da me che ho contribuito anche a dare una forma compiuta al lavoro. Il risultato, secondo me, è una sorta di poema cinematografico che mostra la Storia e la Guerra del Vietnam per quella che è stata. Anche le riprese di guerra che abbiamo inserito erano riprese effettuate all’epoca in totale libertà, senza alcuna indicazione.”
Il documentario inizia con la colonizzazione francese e si conclude con la caduta di Saigon dell’aprile 1975. Un mese dopo, arrivava in Vietnam Ugo Gregoretti, all’epoca esponente del Partito Comunista Italiano, insieme a Romano Ledda, membro del Comitato Centrale del PCI e direttore di “Rinascita”, con un operatore e un assistente, per realizzare il documentario “Vietnam scene del dopoguerra”, per conto dello stesso PCI. “Lo girammo in un mese, con grande fatica, ma protetti da un piccolo esercito di accompagnatori inviati dal Partito Comunista di Hanoi e che gestirono il nostro soggiorno. Eravamo ospiti riveriti, ma anche un po’ temuti, in alcuni casi ci impedirono di girare. Una volta chiedemmo di portarci a My Lai, dove era avvenuta nel 1968 una strage di civili a opera dell’esercito americano, ma loro si rifiutarono, proponendoci invece di visitare il Museo Geografico. Allora entrammo in sciopero, ci sedemmo in un bar intenzionati a non muoverci più da lì finché, finalmente, non ci accontentarono.”
Come hanno accolto i vietnamiti il documentario? “Erano felici” si è illuminato Perrin – “mi hanno detto ‘questa è davvero la nostra storia’!”.