Molly Bloom. Un nome. Un personaggio. Mille emozioni. Mille pensieri.
Molly Bloom, una femminista ante litteram. Il ritratto di una donna moderna nel pieno della sua solitudine, della sua gelosia, del suo amore, del suo erotismo. Fedelmente ispirato al romanzo joyciano Ulisse, il cortometraggio di Chiara Caselli – intitolato “Molly Bloom” – è il ritratto di una donna ripresa nell’intimo di una notte insonne, quando il fluire dei suoi pensieri è un fiume in piena che tocca innumerevoli sponde, un Flusso di Coscienza tra gli spazi infiniti della mente.
“Essendo lei sola con se stessa, il suo pensiero è libero, non ha filtri, la conosciamo come un mosaico, per cui, se stai vicino ad un mosaico vedi tassellini colorati senza senso, ma se ti allontani riesci a vedere l’intero quadro” – queste le parole della Caselli durante l’incontro con il pubblico. Dopo aver conosciuto a soli 12 anni con un personaggio così complesso, Chiara è rimasta fortemente legata a Molly, tanto che nel 2010 è iniziato il vero e proprio viaggio nel testo e nel personaggio, fino alla realizzazione di questo cortometraggio – “L’idea iniziale era quella di un lungometraggio, ma non c’erano i soldi. È stata una iattura divina, perché i 20 minuti del corto dovevano mantenere la trama e la ragion d’essere di Molly e soprattutto volevo mantenere la fluidità del racconto. Ma si sa, più tu vuoi arrivare ad un risultato semplice, più ciò ti impone un grande lavoro prima”.
Il lavoro su questa pellicola è stato minuzioso, ogni dettaglio calcolato; anche le inquadrature e la scenografie esprimono l’andirivieni dei pensieri: immagini che si susseguono in una danza caotica, quasi senza senso, ricordi sfocati, fantasie vivide, tempo dilaniato, “interi decenni che spariscono, attimi che hanno un’ampiezza infinita”.